DIPENDENTI COMUNALI: A CASORIA I SINDACATI SCRIVONO AL PREFETTO IN MERITO A PROVVEDIMENTI ADOTTATI DALL’AMMINISTRAZIONE E A GRUMO NEVANO?

La lettera che i sindacati hanno inviato al Prefetto sullo stato dei dipendenti comunali di Casoria, ci colpisce principalmente per la questione della esternalizzazione del servizio dei tributi. Ecco il testo integrale 

Oggetto: Richiesta di apertura di un tavolo di confronto per il raffreddamento preventivo di conflitti.
​La presente per rappresentare lo stato di profondo disagio che quotidianamente vivono i dipendenti del Comune di Casoria a causa dell’ attuale classe dirigente, che interpreta il proprio ruolo in maniera dispotica e padronale, restando del tutto insensibile a qualsivoglia confronto democratico.
​L’arroganza dimostrata si traduce in forma di continua intimidazione del personale che viene sfruttato in maniera cinica e l’impiegato nello svolgimento di compiti del tutto estranei al profilo di inquadramento, senza per altro effettuare alcuna preventiva comunicazione alle rappresentanze sindacali circa le decisioni che si intendono assumere e senza neppure garantire adeguata formazione al dipendente.
Il clima pesante che da tempo si respira nell’ Ente risponde ad una precisa scelta politica; fin dall’insediamento l’ Amministrazione ha deciso di attuare un declassamento dell’ Organizzazione dell’ Ente, eliminando, di fatto, dalla gestione la Dirigenza e pretendendo lo svolgimento di mansioni di livello dirigenziale da parte dei funzionari, obbligandoli ad assumersi, in solitudine, insopportabili livelli di elevata responsabilità di prodotto e risultato ma senza il necessario supporto delle indispensabili strutture specialistiche e legali, ausili indispensabili per concorrere alla formazione, in maniera neutrale, di atti e procedimenti di gare ad alto rischio di ricorsi giudiziari.
​In effetti l’ amministrazione ha intenzionalmente ridotto il modello organizzativo di un Comune di circa 100.000 abitanti a quello di un Comune di pochi abitanti, imponendo la maggior parte del personale inquadrato nella Categoria D l’assunzione delle funzioni dirigenziali.
​Il suddetto spostamento verso il basso del carico di lavoro ha determinato l’insorgenza di una totale confusione organizzativa di ruoli, funzioni e competenze, aggravate dalla circostanza che l’Ente, ai pari di altri, soffre di una drammatica crisi di personale – quello in servizio e appena il 40% di quello necessario- per altro la maggior parte appartenente alle categorie meno elevate.
​Il tutto chiaramente non avviene per caso, ma risponde ad una precisa scelta strategica dove, dietro l’apparente volontà di conseguire apprezzabili risparmi di spesa, in realtà si nasconde l’interesse ad abbassare il livello di professionalità ed aumentare la confusione, al fine di rendere i servizi non più rispondenti a determinati standard di qualità, per cui si giustifica il loro affidamento all’ esterno.
Emblematico è il caso dell’ Ufficio Tributi che, reso volutamente scarno di personale e risorse, è destinato inevitabilmente all’esternalizzazione; l’azione posta in essere dall’amministrazione è drammaticamente evidente e rileva notevoli profili di illegittimità, ad iniziare dalla decisione di non assumere dalle graduatorie esistenti presso l’Ente i mancanti dirigenti amministrativi, a seguito dell’avvenuto svolgimento di appositi concorsi, la cui immissione in ruolo avrebbe normalizzato l’intera attività e migliorato i servizi; si è preferito, invece, affidare la gestione di ben 3 settori al solo S.G., causando, di fatto, un immobilismo totale della macchina amministrativa, oltre che una palese illegittimità, non potendo il S., nella qualità di responsabile della corruzione, assumere ruoli gestionali inoltre, al fine di aumentare il clima di conflitto sociale, quindi di confusione, il S.G., nella qualità di dirigente degli AA.GG. – ruolo che non può ricoprire – ha ritenuto improvvisamente di dover sospendere l’erogazione di varie indennità corrisposte da anni al personale dipendente, utilizzando, a pretesto una vecchia relazione del MEF che, sul punto, all’epoca già fu contestata e fin ora nessun organismo preposto a ritenuto fondati i rilievi del MEF.
​La sospensione del pagamento delle indennità costituisce una espressa violazione del Contratto Decentrato sottoscritto dalle rappresentanze sindacali con l’ amministrazione, per cui, ancora una volta, e quest’ultima a rendersi penosamente protagonista di una ulteriore illegittimità, violando il contenuto di un preciso accordo pattizio, legittimamente esistente in forza di precise norme contrattuali aventi valore legale.
​Rispetto ai descritti evidenti maltrattamenti del personale dipendente ed alle continue violazioni di corrette relazioni sindacali da parte dell’ amministrazione e dell’ assessore al personale – per la verità assolutamente e drammaticamente assente in tutta la vicenda – le scriventi OO.SS. hanno sempre opposto un comportamento responsabile e leale, finalizzato alla ricerca di un confronto democratico, nonostante l’atteggiamento di completa chiusura e prevaricazione dell’ amministrazione.
​In ragione di quanto sopra, si chiede a codesta Prefettura – sotto l’egida della legalità che solo la stessa può garantire – di valutare la possibilità di favorire l’apertura di un tavolo di confronto tra le parti unitamente alla Organizzazione Sindacale CISL FP, anche al fine di evitare l’insorgenza di disagi alla comunità a seguito della quasi inevitabile necessità di dover proclamare lo stato di agitazione del personale dipendente e conseguente indizione di scioperi per il ripristino della legalità e dei diritti violati. Nell’ auspicio di non dover giungere a tanto, si resta in attesa di conoscere le Vs. determinazioni in merito. Distinti saluti.