Grumo Nevano, ULTIMISSIMA, IMPEDITA APERTURA IMPIANTO RIFIUTI IN VIA FALCONE GRAZIE AL CONSIGLIERE COMUNALE AVV. GAETANO DI BERNARDO

Dopo l’interdizione del capo ufficio tecnico, Arch. Lino Miele, confermati i dubbi emersi dalle verifiche chieste dall’Avv. Di Bernardo sulla prima di una serie di pratiche urbanistiche prodotte in quell’ufficio. BLOCCATA la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti non pericolosi in via Falcone. Soddisfazione per un’azione politica in difesa del nostro territorio.

Grazie all’Avv. Di Bernardo e al suo gruppo che sta portando avanti un’azione politica in favore dei cittadini per la legalità e tutela del territorio, dopo le pesanti accuse ipotizzate dalla Procura della Repubblica a seguito di presunte certificazioni falsificate, il Consigliere Di Bernardo aveva chiesto al Segretario Generale di effettuare le verifiche su alcune importanti pratiche di natura edilizia e urbanistica prodotte in questi ultimi mesi nell’uffico. Ebbene, arriva la prima risposta da parte dell’Ufficio Tecnico: la costruzione di un impianto di  trattamento di rifiuti non pericolosi non può essere realizzata in via Falcone in quanto… non sussistono i presupposti di compatibilità urbanistica per l’esercizio di tale attività..come recita la relazione a firma dell’Ing. Salvatore Flagiello attuale responsabile dell’ufficio,  che pubblichiamo a margine e con la quale si chiede in autotutela l’annullamento d’ufficio della concessione. Ecco il comunicato del Consigliere comunale Avv. Gaetano Di Bernardo “Ancora una volta mi vedo costretto a rilevare l’assoluta inefficienza dell’amministrazione ed in particolare degli assessori all’urbanistica Mario Lamanna e ai lavori pubblici Antonio Chiacchio i quali sembra non accorgersi di così clamorosi atti che seppur di natura gestionale, non possono assolutamente passare inosservati agli occhi di chi detiene le deleghe relative,  a maggior ragione se trattasi di tutelare vivibilità e sicurezza del territorio come è sicuramente considerato l’apertura di un impianto di rifiuti inerti, in un’area già difficile nell’ambito della cosiddetta “Terra dei Fuochi”.

ECCO IL DOCUMENTO