Grumo Nevano ECCO I RESPONSABILI POLITICI DEL FALLIMENTO AMMINISTRATIVO DI UNA CITTA’ IN AGONIA

In primis i 10 Consiglieri di maggioranza che sostengono il sindaco: Guido Miele, Gennaro Brisetti, Arcangelo D’Errico, Gianpiero De Santis, Vincenzo Liguori, Rino Maisto, Pasquale D’Angelo, Angelo Rennella, Anna Di Matteo e Pina Chianese. Poi gli assessori Mario Lamanna, Carmine d’Aponte, Carla Cimmino, Antonio Chiacchio, Rosa Bencivenga e il sindaco Pietro Chiacchio.

E’ giusto ricordare ai grumesi i nomi di chi oggi ci amministra, atteso le voci di una ipotesi di possibile candidatura a sindaco del perbenista di turno che di politica non conosce una mazza, attorno al quale c’è già chi tenta di riciclarsi in vista della probabile fine anticipata dell’esperienza di Pietro Chiacchio.

La vicenda del palco per i fujenti non autorizzato, di via Pola chiusa con lo sperpero di 150.000 euro, delle bollette della spazzatura altissime, della mortificazione dei genitori dei bambini di via Giotto costretti a sloggiare già da domani, delle antenne selvagge sul territorio, di una cronica incuria del verde e dei giardini pubblici abbandonati, della pubblica illuminazione spenta in molti punti della città con problemi di sicurezza, aumento delle strisce blu a pagamento, viabilità e piano traffico inesistente e caos nei punti del centro storico e in alcuni in periferia con frequenti incidenti come in via Dante e viale Kennedy, Ponte Sant’Arpino, Ponte Frattamaggiore, anarchia sui marciapiedi con ostacoli di ogni specie e assenza di controlli per il rispetto dell’igiene, della salute pubblica, consegnano ai grumesi una città in agonia. Chi sta amministrando la città, e maggiormente i 10 consiglieri che sostengono ancora il sindaco e la giunta,  sta creando soltanto disagi sociali e servizi ai minimi storici. Se a tutto ciò ci aggiungiamo pure i mali irrisolti ereditati da precedenti amministrazioni, che negli ultimi due anni,  non hanno ricevuto alcuna proposta da parte dall’attuale amministrazione come gli scempi edilizi di piazza Romano, l’edificio di Piazza Capasso, la proprietà del Mendicicomio, gli abusi edilizi eccellenti, allora siamo al totale fallimento politico e amministrativo mai raggiunto prima.