Grumo Nevano, PUO’ UN CONSIGLIERE COMUNALE, UN AMMINISTRATORE, RAPPRESENTARE GLI ELETTORI SE COMMETTE REATI DI TIPO URBANISTICO?

In questi giorni torna alla ribalta la validità della Legge Severino sui casi di decadenza e non di amministratori pubblici a seguito di condanne o indagini per reati gravi che s’intrecciano con il ruolo pubblico ricoperto dall’interessato che commette tali reati. Tra i tanti quelli di natura urbanistica.

La nostra riflessione è di carattere generale e vuole andare ben oltre la Legge Severino che, stando alle ultime vicende, viene applicata a piacimento.

A prescindere da ciò che dice la legge, a noi, e crediamo al normale e onesto elettore, interessa valutare la sostanza del reato e, se commesso nei fatti, valutare la persona oltre al politico. Un consigliere comunale, un amministratore, un sindaco, un assessore che commette un reato grave e tra questi i reati di tipo urbanistico che incidono sull’ambiente, sulla vivibilità, anche se la Severino non viene applicata, non  dovrebbe più esercitare cariche pubbliche o almeno, i compagni di viaggio, dovrebbero prenderne le distanze o convincerlo ad abbandonare. Se ciò non avviene si diventa complici di un sistema che non ha nulla in comune con la sana politica perchè è un sistema esclusivamente di imbrogli. E passare tutti per imbroglioni certamente non fa piacere a nessuno.

L’Italia è piena di imbroglioni che ci hanno governato e ci governano, ma almeno chi, nei governi locali e nazionali si professa un onesto, prenda le distanze dal sistema e da chi commette gravi reati  ai danni di una comunità dove si governa e non giri la testa per un palese tornaconto personale.

Al consigliere comunale, al sindaco, all’assessore, all’amministratore di turno incappato in questi reati, l’etica, la dignità vorrebbe che si facesse da parte senza esitazioni. Ma esiste ancora la dignità e l’etica in un mondo politico degradato o si pensa soltanto all’imbroglio?