Grumo Nevano, Antonio Scialdone “ECCO I TRUCCHI SUI DATI DELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI E SULLE GARE D’APPALTO. E I CITTADINI PAGANO”

È la differenziata il grande affare su cui in questo momento puntano gli imprenditori dei rifiuti»: parola di Antonio Scialdone, che da grande accusato si propone come grande accusatore.

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Ex dirigente del Consorzio unico di bacino, finito sotto inchiesta per la vicenda della partecipata Recam, assolto in primo e secondo grado, poi coinvolto in nuove indagini sulle promozioni di massa nel Cub proprio in concomitanza con le elezioni regionali del 2010 in cui era candidata anche la moglie, Michela Pontillo, che però non riuscì ad essere eletta. Nell’ordinanza emessa nell’ambito dell’inchiesta «Assopigliatutto», che ha coinvolto i vertici della provincia di Caserta e una ventina tra imprenditori e politici, si legge che Scialdone e l’altro grande accusatore, Alberto Di Nardi, quando hanno cominciato le loro dichiarazioni «erano sottoposti a indagini in procedimenti penali concernenti fenomeni di corruzione e turbative d’asta perpetrati nell’ambito di procedure a evidenza pubblica finalizzate all’aggiudicazione dei servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani in alcuni comuni della provincia di Caserta». Certamente l’ex «mago del Cub» e uno che nel mondo dei rifiuti vive da anni: individuato da molti come un «faccendiere» capace di muoversi a tutto campo, Scialdone della monnezza connection in salsa campana sa molto, e al Mattino ne racconta le ultime novità. Quello che ne viene fuori è un quadro sconfortante: appalti truccati, soldi sperperati, corruzione diffusa.

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Lei sostiene che gli imprenditori guadagnano illecitamente anche sulla raccolta differenziata. Con quali trucchi?

«Purtroppo l’impegno dei cittadini, che giorno dopo giorno separano i rifiuti, viene vanificato. Nel settore sono pochi gli impianti pubblici e molti quelli privati. Le piattaforme che ricevono i materiali differenziati sono spesso private, si muovono fuori dal controllo del pubblico e hanno interesse a dichiarare un peso maggiore dei rifiuti. In questo modo riescono a guadagnare di più ai danni dei Comuni che continuano ad alzare la Tari (la tassa sui rifiuti, ndr). E a rimetterci sono sempre i cittadini che pagano tasse altissime per un servizio di scarsa qualità».
Perché gli enti pubblici non intervengono?
«Spesso i Comuni che sarebbero a questo deputati non effettuano controlli e questo lascia intendere che ci siano interessi personali dei funzionari e dei politici che dovrebbero vigilare. Non solo: i Comuni hanno interesse a raggiungere alte percentuali di differenziata, così magari entrano anche nell’elenco dei “ Ricicloni”».
Quanto ci rimettono i cittadini?
«Molto, soprattutto per lo smaltimento della raccolta differenziata che ha costi che superano i 130 euro a tonnellata. In quel caso raddoppiare il peso significa raddoppiare grandi guadagni. Il più delle volte in un compattatore che al massimo può portare 13 tonnellate ne vengano pesate 23».
I dati sulla differenziata sono falsi?
«Ogni anno gli osservatori provinciali riportano dati che poi vengono certificati dalla Regione. Io ritengo che quei dati non siano veri».

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Si truccano anche gli appalti?

«Quando ho iniziato un’attività privata in maniera diretta ho constatato che per aggiudicarsi un appalto bisogna scendere a compromessi».
Come si guida un appalto?
«Basta avere il contatto all’interno di un’amministrazione a cui proporre un disciplinare di gara che preveda requisiti specifici».
Un esempio?
«Con il nuovo codice degli appalti non è prevista solo la procedura del massimo ribasso, ma anche quello del progetto-offerta. Si possono attribuire, ad esempio, settanta punti per il progetto e trenta per l’offerta economica. Il progetto viene valutato da una commissione che ha ampio potere discrezionale e può anche introdurre requisiti particolari come la realizzazione di un’isola ecologica. In questo modo è possibile guidare l’appalto e affidarlo a chi è predestinato. E già attraverso la redazione del disciplinare di gara si introducono requisiti capaci di ridurre il numero dei partecipanti. Nel casertano è successo molte volte e lo ho denunciato ai magistrati».

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Lei parla di maggiori costi per i cittadini. Ma anche nei consorzi di cui è stato dirigente ci sono stati sprechi a cominciare dall’enorme numero di promozioni in campagna elettorale.

«Se nel periodo commissariale fossero stati realizzati gli impianti previsti tutti i dipendenti avrebbero trovato una collocazione. Le promozioni sono state fatte quando i consorzi sono stati unificati per rendere uniformi situazioni diverse. Si è trattato di un problema sindacale risolto con i sindacati».
Quelle promozioni le farebbe ancora?
«Senz’altro».

Sabato 1 Ottobre 2016, 09:37 – Ultimo aggiornamento: 01-10-2016 11:00
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