Grumo Nevano, MUNICIPIO E CAMORRA NEL NAPOLETANO. Amato Lamberti “Come la camorra organizza la politica”

L’appoggio elettorale ai candidati, soprattutto a livello amministrativo, è la migliore dimostrazione di una intermediazione nella quale si giocano la capacità violenta di controllo del territorio e l’appropriazione dei fondi pubblici e di tutte le opportunità che le amministrazioni pubbliche e la politica gestiscono e controllano. AMATO LAMBERTI “L’intermediazione è la forma con cui la camorra riesce a organizzare la politica”

 

I fatti che riguardano le connessioni e gli intrecci tra camorra e Pubbliche Amministrazioni, non hanno mai ricevuto la dovuta attenzione da parte degli organi di informazione. Ogni volta che si decide lo scioglimento di un Comune per condizionamenti camorristici le reazioni che si registrano da parte di politici e organi di stampa mi fanno venire in mente i risultati dell’inchiesta Saredo, del 1901, sulle amministrazioni del Comune di Napoli e della Provincia di Napoli.Sulla comprensione del fenomeno camorra, invece di fare passi avanti abbiamo fatto enormi passi indietro e questo anche grazie a tanti scrittori, giornalisti, magistrati, studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione sulle gesta di criminali trasformati in una sottospecie di eroi del male da combattere solo con le armi della repressione militare.

Ma tutto forse dipende dal fatto che molti rifiutano di prendere atto che la camorra non si riduce alle organizzazioni criminali.

La camorra, quella «alta», quella che conta, perché governa gestisce la spesa pubblica, è quindi la causa della degenerazione della vita pubblica a Napoli, ma non a causa dei soggetti più deboli e mar­ginali bensì a causa di coloro che costituivano la classe dirigente, la borghesia dei commerci, delle imprese e delle professioni, comprese quelle cosiddette liberali. Il quadro della vita politica e ammini­strativa della città e della provincia di Napoli  è di impressionante attualità: «Collo sviluppo della camorra, la nuova organizzazione elettorale a base di clientele, di servizi resi e ricambiati in corrispettivo del voto ottenuto, sotto forma di protezione, di assistenza, di consiglio, di raccomandazione, rese possibile anche lo sviluppo della classe dei faccendieri o intermediari.  … Dall’industriale ricco, che voglia aprirsi la strada nel campo politico od amministrativo, al piccolo commerciante, che debba richiedere una riduzione d’imposta; dall’uomo d’affari che aspiri ad una concessione, all’operaio che cerchi il posto in una officina; dal professionista desideroso di una clientela d’un istituto o d’un corpo morale, a colui che cerchi un piccolo impiego; dal provinciale che viene a Napoli per fare acquisti, a quello che deve emigrare per l’America; tutti trovano dinnanzi a loro un’interposta persona e quasi tutti se ne servono».

L’intermediazione, quindi, come modalità d’azione che trasforma la camorra «alta» nella forma della politica e dell’economia Un quadro che tutti noi ben conosciamo e al quale siamo talmente abituali da considerarlo quasi naturale, oltre che necessario per raggiungere gli scopi che ci pre­figgiamo. Ci meraviglieremmo anzi se il consigliere comunale, provinciale, regionale o il politico nazionale non fossero disponibili ad accogliere le richieste e a soddisfarle, naturalmente in cambio di sostegno elettorale ma anche economico, perché come ben si sa, la politica costa. Nessuno pensa che è questa la camorra, vale a dire la forma della politica in Campania e nel Mezzogiorno. Una forma della politica che ci condanna all’arretratezza e al sottosviluppo, talmente generalizzata sia in quelli che fanno politica che in quelli che la subiscono, da non essere neppure più avvertita come una anomalia o una perversione della politica.

Se provi a contestarla, ti guardano con sufficienza e, quando va bene, al massimo ti dicono: «È la politica, bellezza». Basti pensare a cosa succede in Parlamento con i cosiddetti «decreti milleproroghe» in cui vengono affastellate tutte le richieste particolaristiche, legate ad esigenze clientelari di «collegio», dei singoli deputati.

Ma l’intermediazione è anche fondamentale nei rapporti tra camorra «bassa» e camorra «alta». L’appoggio elettorale ai candidati, soprattutto a livello amministrativo, è la migliore dimostrazione di una intermediazione nella quale si giocano la capacità violenta di controllo del territorio e l’appropriazione dei fondi pubblici e di tutte le opportunità che le amministrazioni pubbliche e la politica gestiscono e controllano. Un livello di intermediazione tutto da approfondire e che meriterebbe una attenzione ben di­versa da quella che attualmente gli viene dedicata.

AMATO LAMBERTI

Ha fondato e diretto l’Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto. Fu il fondatore dei Verdi in Campania. È stato Assessore alla Normalità del Comune di Napoli, dal 1993 al 1995, e Presidente della Provincia di Napoli, dal 1995 al 2004.

È autore di libri, ricerche e saggi su fenomeni di delinquenza e, in particolare, sulla camorra.

È scomparso nel 2012 all’età di 69 anni

fonte www.freebacoli.net