Sant’Antimo: Presentato ieri “Non smetterò mai di cercarti” di Chiara Tramontano presso l’Auditorium dell’IC “Romeo Cammisa” in Via Di Giacomo

Servizio realizzato da Caterina Flagiello 

Sant’Antimo. Si è tenuta ieri mattina la presentazione del libro scritto da Chiara Tramontano, uno spazio per ricordare, fare prevenzione e dare speranza. Il libro, intitolato “Non smetterò mai di cercarti” è dedicato alla sorella Giulia e al piccolo Thiago, barbaramente assassinati: una raccolta di ricordi, emozioni; un racconto di una famiglia che affronta un dolore inimmaginabile. Dopo i saluti iniziali da parte del dirigente scolastico dell’ IC “Romeo Cammisa”, Domenico Esposito; il sindaco di Sant’Antimo, Massimo Buonanno, inaugura l’inizio della presentazione: “Non soltanto Giulia ma anche Cinzia Visone, Maria Brigida Pisacane e Stefania Formicola tutte vittime, ma tu Chiara, non sei qui soltanto per il tuo libro ma per portare il focus anche sulla famiglia: siete un messaggio di speranza e nonostante il dolore avete dimostrato di avere tanta resilienza. La scuola è il luogo ideale per questo messaggio, noi non vogliamo più sentire la parola femminicidio.” La moderazione è stata a cura della giornalista Nella Capasso, che nel suo intervento sottolinea la grande emozione provata da tutti i presenti: ”E’ difficile non commuoversi alla lettura di questo testo, abbiamo seguito tutte le fasi di questo processo e Giulia è diventata una nostra sorella, un’amica e leggendo questo libro si entra nella vita quotidiana di questa famiglia, di questi genitori. Questa tragedia non può lasciarci indifferenti.” Chiara Tramontano, autrice del libro e sorella di Giulia, nel suo intervento sottolinea soprattutto il lato umano di sua sorella:”Questo è un libro che è un po’ il grido di tutte le donne, avrei voluto che fosse stata Giulia a leggerlo, lei era una donna che ha sgomitato e ha lottato per realizzare i suoi sogni, riuscendo a costruirsi una sua carriera e una vita al di fuori del luogo d’origine. Purtroppo nella sua vita ha incontrato un essere immondo. Ciò che colpisce è anche la storia di una madre che non ha potuto esserlo, bisogna guardare la storia di Giulia e individuare i campanelli d’allarme, perché se c’è un uomo che vi impedisce di vivere, allora magari in questo libro troverete la forza di aprirvi e raccontare agli altri quello che state subendo. L’occhio esterno ci può far vedere quello che non va” e sottolinea “il vero amore non è quello che ti dice cosa poi e non puoi fare”. Un discorso ripreso anche da Rossella Ianniciello, responsabile del Centro Antiviolenza dell’Ambito N17:”L’intento di questo incontro è quello di lasciare un messaggio proprio a voi ragazzi e ragazze, io come coordinatrice del Centro Antiviolenza ho partecipato, sin dalla sua fondazione nel 2016 ad oggi, a tantissimi eventi. Eppure occorre fare di più, bisogna trasformare le parole in azioni concrete, non dobbiamo giustificare i carnefici, non vogliamo più sentire la colpevolizzazione delle vittime! Noi tutti dobbiamo intervenire ed agire: scuole, istituzioni, centri antiviolenza, dobbiamo tutti quanti fare rete e aiutare. Chi si rivolge ai nostri centri antiviolenza, deve sapere che può fidarsi e soprattutto affidarsi, dato che ci sono altre persone che possono e vogliono aiutare.” e prosegue “il mio appello è proprio quello di aprirsi, parlarne con un’amica, una sorella, una mamma, noi come centro antiviolenza lavoriamo soprattutto per quanto riguarda la prevenzione, in particolare con i ragazzi che saranno gli uomini e le donne del futuro”. Sulla stessa linea anche Fulvia Marchese, psicologa del Centro Antiviolenza dell’Ambito N17:”Noi siamo molto presenti nelle scuole e per noi lavorare in un centro antiviolenza è sia un privilegio ma anche una difficoltà, in quanto noi supportiamo attivamente le donne e purtroppo, assistiamo anche ad una assuefazione alla violenza, si finisce quasi ad assumere il punto di vista del partner abusante. Noi accompagniamo queste donne verso un processo di “fioritura” dove il prima è doloroso ma il dopo è libertà. Essere nelle scuole è fondamentale per lasciarvi un messaggio: bisogna aiutare le persone ed essere loro portavoce“. L’intervento conclusivo è stato a cura di Teresa Del Prete, giornalista e scrittrice, che da anni si occupa di tematiche di genere:”L’intervento di Chiara Tramontano fa riflettere, perché bisogna veramente fare resilienza, trasformare il dolore. Inoltre, vorrei lasciare un po’ di speranza. Oggi abbiamo sentito parlare di rivoluzione per questo io vi invito a fare una rivoluzione culturale: cambiare totalmente una realtà, così come fu fatto durante l’Illuminismo. Si tratta di una rivoluzione non violenta, che ha bisogno di più tempo ma i cui esiti sono più duraturi. Dobbiamo combattere la micro violenza quotidiana, quei pregiudizi che impediscono di vivere liberamente. Abbiamo la speranza che se i nostri predecessori sono stati in grado di cambiare il mondo, noi abbiamo il dovere di continuare a fare questo cambiamento”. Al termine della presentazione è stato letto in racconto vincitore del premio “Diamo voce alle donne” del Liceo Bassi ed è stato dato spazio ad un dibattito con gli allievi delle numerose scuole presenti.