Giugliano. Rescigno (Anticamorra): “Procedimenti lenti ed evidente continuità politica, il Comune andava sciolto per infiltrazioni”

COMUNICATO STAMPA

Bisogna dirlo con chiarezza: il lavoro di approfondimento e di ricerca svolto dalla Commissione Anticamorra del Consiglio regionale della Campania, che ho l’onore di presiedere, ha consentito di far venire alla luce elementi significativi di condizionamento mafioso dell’amministrazione comunale di Giugliano in Campania. Dalle prescrizioni contenute nel decreto del Ministro dell’Interno del 3 ottobre 2025 emerge con estrema chiarezza la gravità del quadro rilevato: irregolarità diffuse, disfunzioni amministrative, carenze di controllo e fenomeni che, come si legge testualmente nel provvedimento, “creano i presupposti per possibili interferenze della criminalità organizzata all’interno dell’amministrazione comunale. È la conferma, punto per punto, delle risultanze della nostra Commissione regionale, che già mesi fa aveva segnalato una gestione opaca e permeabile, con gravi rischi di compromissione della legalità amministrativa.Tuttavia, tutto questo lavoro è stato vanificato da inspiegabili ritardi che hanno caratterizzato il procedimento di valutazione degli esiti ispettivi, trasmessi al Ministero già il 17 aprile 2025, mentre le elezioni comunali si sono svolte il 25 e 26 maggio successivi. In un mese, la Prefettura e il Ministero avrebbero potuto – e dovuto – adottare una decisione definitiva, impedendo che si tornasse alle urne in un contesto non ancora bonificato da possibili infiltrazioni e condizionamenti. Desidero ribadire la mia massima fiducia nel Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha sempre dimostrato equilibrio, rigore e senso dello Stato. Tuttavia, è evidente che la Prefettura di Napoli, su questa vicenda, si è mossa in maniera lenta e incerta, generando una situazione di stallo che ha finito per influire sull’esito finale. Purtroppo, il Viminale ha dovuto prendere atto di un lavoro istruttorio non concluso in tempi celeri, nonostante la velocità e la completezza con cui la Commissione d’accesso aveva già redatto e trasmesso il proprio dossier ispettivo (in appena due mesi).  È un ritardo che pesa, perché in materia di infiltrazioni mafiose la tempestività è fondamentale quanto la severità delle decisioni. Ancora più grave è quanto si legge nel decreto ministeriale, laddove viene riportato che, secondo la relazione del Prefetto di Napoli, “non emergono evidenze tali da far ritenere che sussistano elementi di continuità tra la precedente amministrazione e quella eletta a seguito delle ultime elezioni”. Una valutazione che lascia francamente perplessi, perché nell’attuale amministrazione guidata dal sindaco D’Alterio siedono numerosi consiglieri della passata consiliatura, nonché persone vicine all’ex sindaco Pirozzi che ricoprono ruoli politici nel contesto comunale. È difficile, dunque, comprendere come si possa sostenere che non esistano elementi di continuità, quando la continuità è evidente nei fatti e nei nomi. Alla luce delle prescrizioni imposte dal Ministero e delle gravi anomalie accertate, lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose ai sensi dell’art. 143 del TUEL, sarebbe stato il provvedimento più logico. Vigileremo con rigorosa attenzione affinché il Comune di Giugliano rispetti le prescrizioni imposte e attenderemo le determinazioni del Prefetto all’esito del periodo assegnato dal Ministro.” – è quanto afferma in una nota Carmela Rescigno, presidente della Commissione Anticamorra e Beni Confiscati del consiglio regionale in Campania.