Grumo Nevano: “Femminicidio e altre forme di violenza” questo il tema della seconda delle “Tre Giornate sulla Legalità”

dalla nostra inviata Caterina Flagiello

È da poco terminata la seconda delle “Tre Giornate della Legalità”, organizzata presso il plesso Quintavalle dell’I.C. Matteotti-Cirillo di Grumo Nevano, che nonostante il meteo uggioso, ha brillato per le testimonianze degli ospiti e la partecipazione degli studenti. Dopo una toccante performance di danza, sulle note della canzone “Take me to church” connessa all’omofobia, la professoressa Capuano ha affrontato il tema della giornata odierna analizzando il significato della parola omofobia come un’espressione di paura ed odio connessi ad una questione di genere e di sessualità, ponendo una domanda “provocatoria” ai ragazzi proprio in merito all’orientamento sessuale, chiedendo loro: “Ma a noi cosa importa?”. La docente ha sottolineato come l’orientamento sessuale non definisca una persona e ha continuato affermando che l’omosessualità non è una malattia, ricordando come, dal 17 maggio del 2004, l’OMS abbia stabilito appunto che l’omosessualità non sia una patologia. La professoressa prosegue affermando come la normalità sia un concetto relativo, invitando i ragazzi a rifuggire dall’odio e dalla paura verso chi è diverso da noi. Interviene la dirigente scolastica Emilia Zanfardino, dando il benvenuto agli ospiti ed agli studenti, affermando quanto sia necessario tenere sempre i riflettori accesi su queste tematiche, in modo da non permettere che dei comportamenti di “superiorità” possano poi sfociare in vera e propria violenza. La preside, ben consapevole che tra i ragazzi possano capitare delle dinamiche conflittuali, ricorda quanto sia importante avere un confronto civile e rispettoso delle diversità dell’altro, sottolineando come ognuno di noi abbia un proprio valore, il quale permette un arricchimento reciproco, oltre a ritenere necessario prendere in considerazione anche il punto di vista altrui in modo da creare una vera comunicazione. L’incontro prosegue con uno spazio dedicato alla memoria di Rosa Alfieri, giovane grumese vittima di femminicidio uccisa il 02 febbraio 2022, con foto e video a lei dedicati, dai quali parte l’intervento dell’avvocata Giusy Grasso, presidente dell’associazione Arethusa. L’avvocata ha spiegato come il mito di Aretusa e Alfeo, che ha dato il nome all’associazione, sia un mito “evergreen”, in quanto racconta di un amore non corrisposto e di una donna che cerca in tutti i modi di liberarsene, prendendo lo spunto per parlare di come la libertà sia un principio fondamentale degli esseri umani, inviolabile ma che non deve essere strumentalizzato esortando le ragazze ad avere sempre rispetto di sé, vivendo in libertà senza mai dimenticare la propria dignità. Giusy Grasso continua il suo intervento mettendo in guardia le ragazze dalle “lusinghe” o da altri atteggiamenti che sembrano “galanti” ma che in realtà hanno altri scopi, soprattutto in merito al porre una linea di “demarcazione” tra il corteggiatore e la corteggiata, in particolar modo, l’avvocata pone l’accento sulla sensibilizzazione verso l’invio di foto o altro materiale che potrebbero trasformarsi in un boomerang tramite il triste fenomeno del revenge porn, suggerendo agli studenti in platea di limitarsi ad inviare solo foto scattate in contesti normali, in modo da poter prevenire qualunque forma di violenza. L’intervento della presidente di Arethusa prosegue applicando lo stesso principio di libertà e rispetto anche nel contesto dell’omofobia, citando le parole della professoressa Capuano, ovvero che non importi chi decidiamo di amare bensì è molto più importante essere sé stessi. L’evento prosegue con l’intervento di Luigi Eucalipto presidente della Grumese Calcio maschile e femminile, con un commosso ricordo di Rosa Alfieri che, prendendo spunto dalla performance di apertura, chiede ai ragazzi di essere sempre vigili, in modo da poter salvare delle vite, infatti grazie all’attenzione costante, sarà possibile aiutare una donna maltrattata oppure un amico bullizzato, il presidente della Grumese Calcio prosegue facendo un paragone importante: noi tutti siamo come acini d’uva e viviamo in un grappolo, se uno di noi si stacca, avvizzisce. Il presidente decide di raccontare ai ragazzi i motivi che si trovano dietro la nascita della Grumese Calcio, ovvero il forte desiderio di promuovere la parità di genere e combattere l’omofobia, lanciando un appello agli studenti, una sorta di “promessa” in cui tutti ci impegniamo a non considerare sbagliato chi è diverso da noi, dato che, una volta messe le cose in un’altra prospettiva, il concetto di diverso o di normalità diventa relativo. Eucalipto inoltre esorta i ragazzi ad accettare e capire i no degli altri, senza cedere alla violenza, poiché difendendo gli altri e la loro libertà, difendiamo anche noi stessi, conclude mostrando come il simbolo della Grumese Calcio sia una fenice che sta a  simboleggiare il risorgere a nuova vita. Prima di passare alla visione di alcuni spezzoni del film “Una femmina” di Lirio Abbate, il giornalista moderatore dell’evento, Giuseppe Maiello, fa una breve presentazione dell’attrice, presente tra gli ospiti di oggi, Lina Siciliano, la quale, nonostante le forti vicissitudini familiari è riuscita a scrivere la sua storia di riscatto tramite una irrefrenabile volontà di cambiamento. Ed il cambiamento e la libertà sono proprio i temi dell’opera che la vede protagonista, nei panni di Rosa, film premiato ai David di Donatello e che le è valso il premio Mariangela Melato come miglior attrice esordiente. Subito dopo la visione di  queste scene, c’è stato un importante confronto tra l’attrice e la platea degli studenti, da cui sono emerse la sua voglia di riscatto tramite la danza e lo studio universitario, oltre al suo desiderio di essere una madre amorevole e presente per il proprio figlio, Luca, facendo un parallelo tra il personaggio cinematografico di Rosa e la sua vita, due storie che hanno il desiderio in comune di voler trovare una via d’uscita e trovare la libertà da un contesto difficile. Interpretare sullo schermo il personaggio di Rosa, è stato un processo catartico, dice l’attrice, in quanto anch’essa era arrabbiata con la vita, per questo la scelta del regista Francesco Costabile è ricaduta su di lei, affidandole nel film un gesto fortemente simbolico che si trova nelle scene finali. L’attrice ribadisce come “non è stato semplice, ma ce l’abbiamo fatta”. Lina Siciliano continua, sottolineando quanto sia difficile fare il genitore ma che, nonostante il suo passato, è fermamente decisa a dare tutto l’amore possibile a suo figlio educandolo soprattutto al rispetto degli altri esseri umani, suo figlio Luca infatti è la sua vittoria più grande. L’evento prosegue con l’intervento del maresciallo Balbi, vicecomandante della stazione dei carabinieri di Grumo Nevano, il quale pone una domanda agli studenti, in merito al perché proprio il colore rosso venga utilizzato per fare riferimento alle violenze contro le donne, i ragazzi, molto preparati, hanno fatto il parallelo tra il colore rosso dell’amore romantico, con  il rosso di un amore malato che si trasforma in violenza, sia contro le donne che contro gli uomini, senza dimenticare il fenomeno della violenza di genere. Il maresciallo ha fatto un accorato appello ai ragazzi volto ad essere sempre vigili, a parlare, aiutare e ad offrire un supporto agli altri, citando come il paradosso di subire violenza porti la vittima a sentirsi sbagliata ed inadeguata, anche se in realtà la vittima non ha alcuna colpa. Il vicecomandante Balbi prosegue sottolineando come sia importante offrire sostengo ad una persona senza sottovalutarne il problema, mentre alle domande fattegli dai ragazzi sul bullismo, il maresciallo, citando e condividendo le parole dell’avvocata Giusy Grasso mette in guardia contro il revenge porn, tematica molto importante che si connette anche al cyberbullismo, dato che “non sappiamo chi veramente si trovi al di là della tastiera”. Continua inoltre illustrando alcuni passaggi che avvengono una volta denunciati gli atti di bullismo e nel caso in cui una persona decida di sporgere denuncia. Balbi evidenzia come, anche nel momento in cui una vittima decida di ritirare la querela, come faceva notare Luigi Eucalipto, è possibile comunque mettere in atto un contesto informativo dato che in alcuni casi particolari, la querela procede d’ufficio. L’evento di oggi è stato caratterizzato anche dalla lettura di due monologhi a cura della prof.ssa Cristiano, tratti dal Talmud e da “mi chiamo Valentina e credo nell’amore” di Paola Cortellesi. Gli studenti della terza C hanno portato sul palcoscenico la lettura dei “Dialoghi sulle donne”, a cura della prof.ssa Scarano, che raccontano alcuni episodi di violenza sulle donne, mettendoli a “contrasto” con i relativi articoli della Costituzione, volti proprio a tutelare i diritti negati e calpestati, come il diritto al lavoro e alla libertà. Seguono ulteriori performance eseguite dagli studenti come il PON “Safety internet” a cura delle professoresse De Santi e Ruggiero, oltre al mini fumetto “Regola e libertà”, a cura della prof.ssa Scarano, l’evento prosegue con la performance di danza dedicata al contrasto delle dipendenze sulle note di “Leave a light on” di Tom Walker ed un’altra performance di chiusura sulle note di “Power” di Little Mix. La dirigente scolastica Emilia Zanfardino conclude l’incontro con i saluti finali ringraziando sentitamente i docenti e gli ospiti, i cui interventi hanno suscitato emozioni intense nella platea dei ragazzi, evidenziando come la storia di Lina e Rosa ci insegni cosa sia la libertà e quanto sia importante aprirsi e denunciare, spronando gli studenti a non tenersi le cose dentro altrimenti diventano, col tempo un peso insopportabile.

L’evento di oggi è stato trasmesso in diretta da VitaWebTv.