GRUMO NEVANO, LA CITTA’ DA RISPETTARE

La visione di alcune foto d’epoca diventa occasione per un’analisi dello stato attuale della nostra città. Eravamo fieri quando qualcuno ci ricordava che un falegname di Grumo Nevano aveva consegnato una bicicletta al grande Fausto Coppi; eravamo fieri quando ci consideravano la piccola Varese del Sud per via della marcata predisposizione a produrre  calzature; eravamo felici di leggere i dati istat sulla disoccupazione negli anni 70 che vedeva la percentuale della nostra città, quasi a zero, per via dell’indotto che produceva la filiera abbigliamento e calzature; eravamo fieri di aver dato i natali a Domenico Cirillo; eravamo fieri di avere una squadra di calcio in serie professionistiche e un campo di calcio apprezzato perfino dalle società di serie A; eravamo felici di passeggiare da piazza Cirillo verso il ponte di Nevano, in primavera con il profumo delle magnolie; eravamo contenti dei festeggiamenti dedicati a San Tammaro, a San Vito, legati alle tradizioni e ai loro valori; eravamo sicuri di respirare un pò di aria pulita, senza cementificazione in zone non lottizzate e deturpate negli anni. Dopo i primi anni del dopoguerra, in particolare dagli anni 60 in poi, tranne qualche eccezione, la città ha subito “violenze” di ogni genere, dall’urbanistica alla difesa delle attività artigianali, dagli edifici pubblici alle testimonianze storiche cancellate. Dal palazzo di Nevano, alla vecchia caserma dei carabinieri, al degrado di piazza Capasso, all’ex Mendicicomio, alla Torre Orologio in Piazza Cirillo, allo sfascio del piazzale davanti la Basilica di San Tammaro60 anni di mancato rispetto per la città, per le sue bellezze, per la sua storia, per chi ha vissuto la strada, per chi ancora ci vive e vedrà il futuro dei propri figli, per chi ancora spera in un ritorno al rispetto. Al ritorno di una cultura che mette in primo piano l’impegno civico collettivo, il senso di responsabilità, il senso della difesa degli spazi in cui si vive, il senso di appartenenza. Grumo Nevano è una città da rispettare non da usare, impariamolo tutti. Tutte le persone che sperano ancora che il miracolo di un rilancio sia iniziato, e che possa continuare, hanno l’obbligo morale di crederci e rendersi testimone e protagonista. I grumesi lo sperano e meritano, oltre al rispetto.