GRUMO NEVANO. Il sostituto procuratore Catello Maresca in visita a Don Carmine Spada. Ad accoglierlo anche Gianco Di Bernardo

Ieri pomeriggio il sostituto procuratore Dott. Catello Maresca accompagnato dalla sua scorta, ha fatto visita a Don Carmine Spada. Una visita di cortesia da parte del magistrato che alcuni anni fa ha catturato uno dei capi del clan dei casalesi, Michele Zagaria. All’incontro svoltosi nella Basilica di San Tammaro era presente l’Avv. Gianco Di Bernardo e il nostro direttore Peppino Landolfo. Accolto da un caloroso applauso da parte dei presenti,  il Dott. Maresca si è reso disponibile per un colloquio con i ragazzi dell’Azione Cattolica i quali gli hanno posto alcune domande. A fare gli onori di casa Don Carmine Spada il quale, nel donargli una immagine della Madonna a nome di tutta la comunità grumese, ha voluto “Ringraziare il Procuratore per questa sua presenza in forma privata nella nostra città, auspicando per il futuro una ulteriore visita non solo di cortesia ma più allargata alla partecipazione popolare. La presenza del Dott. Maresca nella nostra comunità, non può che arricchire e rafforzare il messaggio della cultura della legalità, in particolare nei giovani” 

Di recente tra i protagonisti della scena nazionale per aver denunciato le scarcerazioni dei mafiosi causa coronavirus e sferrato un attacco frontale al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il magistrato da dodici anni vive sotto scorta. Grande tifoso degli azzurri, autore di articoli e libri contro le mafie, spesso ospite nelle scuole per promuovere la cultura della legalità, impegnato nel sociale e sul fronte della contrasto alla criminalità anche con l’associazione “Arti e mestieri”, che si occupa del recupero di ragazzi a rischio.

Queste in sintesi le risposte del Dott. Catello Maresca alle domande poste da alcuni giovani. Ha cominciato il più piccolo, 12 anni: come mai ha scelto di fare il magistrato? “Dopo aver ricevuto una pagella scolastica non proprio esaltante, mio padre mi mise di fronte ad una scelta tra il giocare a calcio o continuare a studiare, optai per la strada più “difficile” per un giovanissimo nello scegliere tra il gioco e l’impegno sui libi, ma sicuramente la più importante per realizzare la propria vita. Lo studio, il sapere, è fondamentale per allenare la mente ad acquisire quella mentalità che serve ad alimentare anche la cultura della legalità.”

Come vive la sua famiglia questo suo impegno nella lotta alla mafia“Tutte le famiglie condividono gioie e dolori, fanno sacrifici, la mia è una famiglia come tante che si è adattata ad una mia scelta professionale un pò diversa dal solito. Quando decisi di fare il magistrato antimafia non pensavo di essere minacciato e di avere tanti nemici. Per fortuna tante altre persone ti sono vicine, ti vogliono bene e apprezzano il lavoro che porto avanti. Tutto quello che viene poi quotidianamente, le tensioni, si cerca anche di stemperarlo e diventa un percorso di vita come tanti altri. Anche la scorta diventa per me una parte della mia famiglia”

Le comunità e la lotta alla criminalitàSulla lotta alla camorra e alla mafia, devo constatare con amarezza che c’è ancora chi nega l’esistenza dei fenomeni mafiosi. La criminalità organizzata prospera sulla debolezza delle comunità e le complicità consapevoli, attraverso i mercati redditizi della droga, del gioco d’azzardo, della prostituzione, poi si evolve nel campo dei rifiuti, dell’imprenditoria legale. Una società civile che si chiama tale  deve saper affrontare questo sistema di brutalità. Io sono il loro nemico, quello che combatte il loro sistema di illegalità. Per fortuna nei miei vari incontri ho il piacere di constatare che il senso di comunità è forte soprattutto nei giovani, importante non  perderlo perchè sarebbe come perdere la propria identità“.

Infine rivolto ai presenti Maresca ha concluso: “L’applauso che mi avete tributato quando sono arrivato, mi inorgoglisce, mi rimane nel cuore. Fa parte di quelle manifestazioni di affetto che ti danno forza ulteriore per continuare nel mio lavoro”.