Grumo Nevano, CAMORRA, POLITICA, AFFARI: 17 ARRESTI e 57 INDAGATI. 4 SONO DI GRUMO NEVANO

NAPOLI. La Guardia di Finanza (Nucleo di Polizia Tributaria G.I.C.O. di Napoli, Nucleo di Polizia Tributaria G.LC.O. di Bologna, S.C.I.C.O. di Roma, Gruppo Pronto Impiego di Napoli, Gruppo di Giugliano in Campania) ha dato esecuzione ad una misura cautelare personale e reale emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA di Napoli, con la quale sono stati disposti la custodia cautelare in carcere per 12 persone, gli arresti domiciliari per 4 persone ed il sequestro preventivo di 1.177 (millecentosettantasette) immobili, 211 veicoli, 59 società, 400 rapporti bancari, per un valore nominale complessivo di circa 700 milioni di euro.

Tra i nomi degli arrestati e indagati ci sono 4 persone di Grumo Nevano. Commercialisti, imprenditori, e presunti esponenti di clan della camorra  a nord di Napoli.

SANT’ANTIMO, CASANDRINO, NAPOLI, MELITO, MARANO, GIUGLIANO. Un  quadro desolante che per certi versi s’intreccia con la politica. Durante controlli antiabusivismo edilizio, la Guardia di Finanza di Giugliano in Campania appurava che un complesso edilizio di Melito era stato edificato in maniera abusiva e che gli organi deputati ai controlli edilizi ed al rilascio dei permessi a costruire avevano chiaramente concorso a tale edificazione abusiva. Si accertava, inoltre, che gli imprenditori che avevano realizzato il suddetto complesso abusivo avevano sicuri legami con la criminalità organizzata locale. Veniva poi sviluppato un secondo filone investigativo – culminato con l’operazione odierna e curato dal GICO della Guardia di Finanza di Bologna poiché emergeva che gli imprenditori avevano consistenti interessi in Emilia Romagna – in cui venivano effettuati ulteriori accertamenti bancari e patrimoniali ed attivate intercettazioni a carico dei soggetti coinvolti nella speculazione immobiliare. Questi approfondimenti investigativi consentivano di di svelare un vero e proprio vaso di Pandora criminale. Infatti, le verifiche bancarie permettevano di ricostruire un vero e proprio impero patrimoniale che gli indagati gestivano in maniera assolutamente promiscua: non vi era alcuna distinzione di ruoli, di budget, di bilanci, né di società o di conti correnti, in quanto l’unico scopo degli indagati era quello di creare una formale giustificazione per effettuare il reimpiego sistematico di enormi somme di denaro di provenienza illecita. Emergeva inoltre l’operatività di una vera e propria organizzazione criminale attiva nel settore delle truffe alle assicurazioni e volta alla realizzazione di pratiche di falsi incidenti automobilistici, finti incendi e finti allagamenti, i cui proventi finivano parzialmente nelle casse dei clan camorristici e molto frequentemente venivano riciclati in attività societarie e di cui faceva parte anche uno degli imprenditori del complesso edilizio.