“LA LUCE DI BETLEMME” ARRIVA DOMANI 18 DICEMBRE A SANT’ANTIMO

Domani, 18 dicembre, alle ore 18.00, arriverà a Sant’Antimo la Luce di Betlemme. Si tratta di un evento molto particolare e unico nel suo genere. L’ultima volta è accaduto più di dieci anni fa ad opera del gruppo scout che si era costituito nel Santuario di S.Antimo P. e M. e dove fu esposta per tutto il tempo delle feste di Natale La lanterna con la fiamma arriverà, invece, domani nell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, nella sede di via Roma, dove sarà accolta dagli studenti e dai docenti in occasione del tradizionale Open Day in cui la scuola si apre a tutto il territorio. Ma che cos’è esattamente la Luce di Betlemme? Nella Chiesa della Natività a Betlemme, nel luogo che la tradizione indica dove Gesù fu posto nella mangiatoia, si trova una lampada ad olio su cui arde una fiammella che mai si spegne. Essa, infatti, è perennemente alimentata, da moltissimi secoli, dall’olio donato a turno dalle Nazioni cristiane della Terra. Ogni anno, a dicembre, da quella fiamma ne sono accese altre che sono portate in tutto il mondo come simbolo di pace e di fratellanza tra i popoli. L’iniziativa nacque in Austria, nel 1986, come gesto di ringraziamento per offerte ricevute a favore dei bambini malati e in difficoltà; ancora oggi è un bambino austriaco che si reca a Betlemme, con la sua famiglia, per attingere dalla lampada nella Chiesa della Natività, una nuova fiammella, che è poi portata a Linz in aereo per poi essere diffusa su tutto il pianeta. La luce della Pace arriva in Italia già nel 1986, ad opera degli Scout sud-tirolesi di madre lingua tedesca, ma la diffusione è limitata al territorio dell’Alto Adige per diversi anni. Nel 1996 avviene la prima distribuzione sul nostro territorio nazionale similmente a quanto avviene in Austria: si utilizza il treno per una staffetta di stazione in stazione su due linee: Trieste-Genova e Trieste-Napoli. La lanterna con la fiammella è arrivata domenica 16 dicembre nella cattedrale di Aversa per essere poi diffusa in varie città della diocesi aversana. Da domani chi vorrà, potrà recarsi liberamente presso l’I.C. “Giovanni XXIII” con una propria candela che potrà accendere e portare a casa illuminando così in modo speciale questo Natale, perché sarà come se ognuno, personalmente, l’avesse accesa attingendo direttamente la luce dalla grotta di Betlemme. La Luce di Betlemme non ha solo un significato prettamente religioso, ma traduce in sé e nel suo messaggio molti valori civili, etici e morali facilmente condivisibili da tutti, senza alcuno sforzo, senza rinunciare a nessun fondamento della propria fede. Essa è, infatti, il simbolo di un grande sogno universale: quello che la pace si possa diffondere in tutti gli ambienti della società in cui si vive e si opera, senza alcuna discriminazione di credo religioso e di appartenenza etnica. Quale luogo migliore di una scuola, quindi, che è una comunità educante in toto, che non esclude, ma include e cerca di farlo in tutti i modi possibili, per accogliere il simbolo di tale sogno? Il gesto poi di tenerla accesa a scuola e il ruolo degli studenti di vigilare affinché non si spenga ci ricorda che la Pace deve essere sempre degna di attenzione e di vigilanza, in qualunque momento, in qualunque tempo, perché non si spenga mai nell’animo delle persone. Ogni studente deve, infatti, imparare a essere non solo un “portatore” di competenze e di cultura ma soprattutto un messaggero di Pace per riuscire a costruire un luogo sereno in cui vivere e costruire il proprio domani. Per decisione del Dirigente e dei Docenti dell’I.C. “Giovanni XXIII”, alla chiusura della scuola il giorno 22 dicembre, la lampada non sarà spenta, ma sarà consegnata alla comunità parrocchiale della chiesa madre della città di Sant’Antimo, che la terrà esposta nel Santuario di S.Antimo P. e M. per gli ultimi giorni dell’Avvento e tutto il tempo di Natale per illuminare il buio che spesso attanaglia il cuore di ognuno, liberandolo dalle tenebre e facendo spazio alla nascita di Colui che ha preso sembianze umane. Tutto ciò soprattutto per rendere lode, vivendo nella Luce della pace e così diffonderla, al Mistero che nel Natale stesso ci avvolge e ci interroga.