GLI ATTI ALL’ANTIMAFIA, Amministrazione “nata con il pieno appoggio della criminalità organizzata con asservimento dell’ente a logiche ed interessi illeciti”. La relazione su Casavatore.

CASAVATORE. Appalti, elezioni, Piano Casa, Polizia locale, Ufficio Tecnico, contiguità coi clan e violazione sistematica delle norme alla base dello scioglimento. Amministrazione “nata con il pieno appoggio della criminalità Organizzata”. Il quadro delineato dall’Organo ispettivo ha evidenziato “l’asservimento dell’ente a logiche ed interessi illeciti”.

L’operato degli amministratori, con la carenza di linee di indirizzo e di precise scelte gestionali, e quello dell’apparato burocratico, assolutamente non conforme ai canoni di legge e di buona amministrazione. Questa amministrazione aveva avuto l’opportunità’ di un cambio di rotta – si legge nel provvedimento di scioglimento – potendo approfittare del lavoro avviato dal Commissario straordinario che nei primi sei mesi del 2015, aveva avviato azioni in settori strategici, quale quello urbanistico, dell’edilizia popolare, nonché dell’organizzazione della tradizionale Festa dei Gigli, tese a tenere lontano gli esponenti delle organizzazioni criminali. Invece, pur senza porre in essere atti formali di revoca, nella sostanza se ne e’ completamente discostata.

Tant’è che secondo gli estensori del Decreto di scioglimento, “non può essere considerata mera casualità che una amministrazione nata con il pieno appoggio della criminalità Organizzata, scesa apertamente in campo con spavalderia e con attività illecite per sostenere la conquista del comune, ponga in essere una gestione che attraverso omissioni, ritardi e procedure irregolari, concretizzi la propria azione in benefici per le stesse organizzazioni criminali”. In parallelo evidenziano “il forte interesse che la camorra ha manifestato nei confronti del Comune di Casavatore, tanto da fornire il proprio sostegno ad entrambi gli schieramenti politici”. Tutti i componenti del Comitato sull’Ordine Pubblico e la Sicurezza, anche in relazione all’analitica rappresentazione di fatti e circostanze evidenziati dalla Commissione ispettiva hanno convenuto sulla compromissione dell’amministrazione Comunale che “benché abbia operato per poco più di un anno, ha palesato, in modo chiaro e incontrovertibile, un agire di aperto favore alla criminalità locale, che nel territorio, si presenta molto radicata e strutturata”. In particolare Omissis, ha evidenziato come, al di là dei massicci collegamenti degli amministratori in carica con le consorterie criminali, che hanno fornito il loro appoggio per la conquista dell’ente, le condotte anche omissive dell’amministrazione comunale siano state viziate da illegalità tese a favorire i locali clan. Gli atti dello scioglimento ritengono inoltre “che l’attuale consiliatura abbia consapevolmente e reiteratamente uniformato la sua attività a comportamenti inerti, dilatori ed irregolari, ponendo in essere una tipica condotta omissiva, idonea a consentire alla malavita di penetrare nell’ente” e creando le condizioni per lo scioglimento del civico consesso.

Apparato burocratico comunale privo di professionalità

“L’intero apparato amministrativo è risultato guidato – secondo l’Antimafia – , in tutti i settori da una burocrazia che la Commissione ipotizza “volutamente” priva di idonea professionalità evidenziando che, in assenza dei necessari provvedimenti da parte degli Organi politici per la copertura mediante pubblico concorso dei posti di vertice, gli incarichi dirigenziali sono stati affidati a figure, prive di adeguata qualifica e, anche per questo, più facilmente assoggettabili agli indebiti condizionamenti del potere politico e non in grado di opporre resistenza alle pressioni provenienti da ambienti malavitosi. L’azione degli “improvvisati” dirigenti si e’ estrinsecata per un verso in un costante ricorso ad affidamenti diretti di lavori pubblici e servizi in violazione dei principi di trasparenza e rotazione, e per altro verso nella totale omissione di attività obbligatorie di controllo e vigilanza, con risultati disastrosi per il territorio – basti pensare al diffuso abusivismo edilizio -, per le casse comunali – per mancati introiti di tributi e dei canoni di locazione degli alloggi popolari occupati abusivamente – e, più in generale, sul piano della legalità – in considerazione della disapplicazione, in molti casi, della normativa antimafia, fiscale e in materia di contratti pubblici.

La Figlia del politico e la frequentazione con il boss

La vicinanza della Omissis con esponenti della criminalità organizzata era già stata riscontrata dalle Forze dell’Ordine che avevano avuto modo di accertare le frequentazioni della figlia, con un pregiudicato – nipote del capo clan Omissis – lo stesso che ha partecipato in prima persona alla campagna elettorale della Omissis ed è stato, unitamente alla suddetta e ad alcuni consiglieri della sua compagine, destinatario del già citato provvedimento di conclusione di indagini emesso dall’Autorità’ Giudiziaria per il reato di minaccia e violenza ad elettori, con l’aggravante del metodo mafioso. Partendo da questo quadro che preconizza l’uso distorto della pubblica funzione del Omissis a vantaggio della criminalità organizzata, la Commissione d’indagine ha posto in rilievo circostanze ed occasioni che disvelano l’influenza degli ambienti malavitosi sul Omissis.

Festa Gigli in mano ai clan

E’ il caso della “Festa dei Gigli 2016” manifestazione della tradizione popolare ma anche occasione per la camorra di affermare pubblicamente, attraverso la gestione dell’organizzazione e la diretta partecipazione alla festa, la capacità di esercitare un totale controllo del territorio in aperta sfida alle Istituzioni locali. Proprio per fermare il ripetersi della indicata “liturgia Mafiosa” con il connesso disvalore simbolico, il Commissario Straordinario, in carica fino alla elezione della Omissis, aveva emanato un apposito regolamento contenente efficaci misure di prevenzione e rigorose funzioni di controllo attribuite al Omissis, quale massima espressione della rappresentanza popolare. La Omissis, invece, per contro, non ha inteso porre in essere alcuna forma di controllo, rimettendo così, di fatto, ai soliti soggetti controindicati, l’organizzazione della manifestazione connotata, nel 2016, dalla partecipazione di quattro comitati rionali, 3 dei quali sono risultati, dalle verifiche compiute riconducibili ai clan.

Il Consigliere di opposizione ritenuto referente diretto del clan che sosteneva la maggioranza

Il consigliere Omissis, già Consigliere di minoranza nella precedente gestione, e’ stato denunciato per violazione della normativa sugli assegni bancari e per abuso d’ufficio, e’ imparentato con affiliati al clan Omissis, gruppo Omissis. Da quanto segnalato in un esposto anonimo, pervenuto alla Commissione d’indagine, Omissis, pur essendo di contrario schieramento, avrebbe raggiunto un accordo segreto con il Omissis alla quale avrebbe fornito il proprio sostegno in Consiglio comunale ottenendo in cambio il controllo nella gestione degli appalti pubblici dell’Ente. Lo scritto e’ stato inviato alla Procura della Repubblica e alla D.D.A. per i conseguenti accertamenti. L’Organo ispettivo ha verificato, al riguardo, che il Omissis, dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di quattro consiglieri, ha costituito il punto di equilibrio, per garantire la stabilità dell’attuale Amministrazione, tanto che la sua assenza, quale componente della minoranza, e’ risultata decisiva nella seduta del Consiglio comunale che ha deliberato l’approvazione del bilancio.

fonte www.internapoli.it